Welfare retributivo e welfare sociale

Mentre le conseguenze dell'emergenza pandemica non consentono di alleviare la pressione sull’economia e sulla società, diventa sempre più urgente riflettere su quali siano le forme di welfare aziendale di cui le persone e il Paese hanno bisogno, restituendo alle risorse umane il proprio ruolo nel diffondere consapevolezza tra i lavoratori. Affiancare al welfare retributivo anche un welfare di natura sociale, definendone il perimetro, significa rispondere a istanze non più procrastinabili, se non si vogliono lasciare indietro le persone e le loro esigenze personali e famigliari.

Parlare di welfare aziendale non basta più: serve dare nuova identità a questa tipologia di intervento, mettendo al centro le persone e la loro cura.

Smart working e nuovi stili manageriali 

Dal work from home al ridisegno degli spazi lavorativi, fino alla possibile scomparsa dell’ufficio così come lo conosciamo, l’applicazione su vasta scala dello smart working ha avuto un impatto culturale prima ancora che tecnologico, ponendo ogni organizzazione di fronte alla necessità di ripensare i propri modelli: a essere sul piatto – nell’era delle relazioni disintermediate – sono temi ampi come il project management e i nuovi processi lavorativi, la focalizzazione sugli obiettivi e la marginalità dei tempi di lavoro, i piani di carriera e il diritto allo sviluppo professionale, ma anche e soprattutto la rivoluzione dei comportamenti manageriali, per favorire lo sviluppo di leader capaci di guidare imprese sempre più liquide e diversificate.

Percorsi formativi e competenze nell’era della digitalizzazione e della frammentazione lavorativa

Insieme a una maggiore fluidità operativa e all’abbattimento di tempi e spazi, la digitalizzazione ha portato con sé anche una maggiore frammentazione del lavoro, obbligando a ripensare processi fondamentali quali l’orientamento, la formazione professionale e la dinamica di incontro tra domanda e offerta. La destrutturazione del mercato, in particolare, impone il ricorso a politiche attive del lavoro, tra strumenti pubblici e privati, con l’obiettivo di diversificare le opportunità per contrastare la crescente tendenza a una precarietà generalizzata. Possibile tema di riflessione è anche la regolamentazione o liberalizzazione dei servizi e degli ordini professionali. 

Forme retributive, rappresentanza e regolamentazione

Prima la nascita della gig economy poi la pandemia hanno aperto la strada per una riforma decisa del mercato del lavoro. A essere sotto esame sono soprattutto le forme contrattuali flessibili: come compensare le prestazioni professionali in società a costo marginale tendente a zero? Welfare, retribuzione di performance, scambi di servizi, criptovalute sono alcuni dei nodi del problema. Da affrontare, in parallelo, anche il tema della rappresentanza di interessi nell’era della frammentazione del lavoro, della comunicazione diffusa e della rappresentanza diretta.

Parità di genere e politiche di inclusione

In organizzazioni sempre più differenziate al proprio interno per genere, età, cultura e orientamenti, gestire la diversity in ottica integrata assume un ruolo chiave per la creazione di valore. Politiche di merito e compensation, piani di sostegno per lo sviluppo dell’integrazione in azienda e, più in generale, la creazione di ambienti di lavoro equi e inclusivi sono alcuni dei temi di lavoro in agenda.

La tutela del lavoro nell’era delle nuove tecnologie

Internet delle cose, intelligenza artificiale, robotica, macchine a guida autonoma, realtà aumentata, automazione, stampa digitale: fenomeni che stanno rivoluzionando ogni ambito della vita umana, e che racchiudono in sé un enorme potenziale per minimizzare le variabili di rischio. Come mettere le capacità predittive e protettive delle nuove tecnologie al servizio della salute e della sicurezza sul lavoro?

Impatto dell'innovazione e della digital transformation nel settore privato e nella pubblica amministrazione

Quale direzione dovrebbe intraprendere l'Italia per abbracciare la vera Innovazione, soprattutto ora che la pandemia ha impresso un grande impulso nelle aree del cloud computing, dei big data e della cyber security?  

Se progettata e gestita in modo strategico, l'innovazione potrebbe portare un aumento dei posti di lavoro e una migliore qualità della vita. Al contrario, rischiamo di esporre il nostro Paese a insostenibili skill gap, ineguaglianze e polarizzazione della forza lavoro. 

In che modo imprese e pubbliche amministrazioni dovranno affrontare la sfida dell'innovazione? Come gestire la digitalizzazione dei servizi e dei processi aziendali? Con quali modalità si può stimolare concretamente il cambiamento di mindset delle persone?